Accuratezza veloce: il fact-checking durante le emergenze

C'è raffigurato il gioco della dama con un fascio di luce suggestivo a indicare la strategia necessaria per il fact checking veloce in emergenza

In epoca di intelligenza artificiale, suona quanto mai necessario prepararsi al meglio per contenere il dilagare delle fake news, favorite dalla proliferazione di contenuti, a cui grandemente, in questo frangente, contribuisce proprio l’IA. Velocizzandosi i processi di creazione, infatti, emerge la conseguente necessità di gestione e ordine di dati e documenti. In questo contesto, le euristiche e i bias cognitivi vengono continuamente stimolati e il fenomeno richiede un profondo allenamento del proprio pensiero critico per dubitare di quanto si intercetta in rete, ma anche, ormai, nel passaparola tanto digitale quanto materiale.

Il fact-checking durante le emergenze è diventato, così, un elemento cruciale per la gestione delle crisi. Vediamo insieme gli strumenti e le metodologie più efficaci, a partire, inevitabilmente, dalla preparazione.

La “situation room” e la classificazione veloce delle informazioni

La verifica rapida delle informazioni durante un’emergenza inizia molto prima che l’emergenza stessa si manifesti. È necessaria la costituzione di uno spazio (fisico o virtuale) di riunione esecutivo, in cui un team dedicato e formato, con canali di comunicazione interni prestabiliti e accesso immediato alle fonti ufficiali verificate, possa diventare immediatamente operativo. Questa struttura deve essere supportata da protocolli d’azione predefiniti per diverse tipologie di emergenza (un esempio possono essere i protocolli operativi dell’International Fact-Checking Network – IFCN).

Fondamentale risulta la classificazione veloce, ma rigorosa, delle informazioni. Etichettarle, ad esempio, come:

  • confermata da fonti ufficiali,
  • probabile ma in attesa di conferma,
  • non verificabile al momento,
  • smentita da fonti attendibili,
  • palesemente falsa,

è una categorizzazione che permette una gestione più efficiente del flusso informativo e una comunicazione più chiara verso il pubblico.

Gli strumenti operativi del fact-checking in emergenza

Rimane fondamentale un metodo di verifica “a cascata” che preveda il controllo immediato delle fonti ufficiali primarie (es. Dipartimento di Protezione Civile, Vigili del Fuoco), la verifica incrociata con quanto emesso dalle autorità locali, il confronto con la rete di esperti settoriali pre-validati, l’analisi di quanto dichiarato da fonti giornalistiche accreditate e il monitoraggio degli account social delle istituzioni, anche in questo caso già verificati in precedenza.

L’efficacia del fact-checking rapido si basa su un mix di strumenti tecnologici e procedure, ampiamente provate in tempo ordinario. Le dashboard di monitoraggio in tempo reale, integrate con software di analisi semantica, permettono di identificare rapidamente, ad esempio, picchi di keyword specifiche e tracciare la tendenza di diffusione delle notizie potenzialmente false.

Per la verifica delle immagini, che ad esempio sono spesso il primo veicolo alla cattura dell’attenzione da parte di chi opera disinformazione, si utilizzano strumenti come la ricerca inversa (Google Images, TinEye), l’analisi dei metadati EXIF e il confronto con database di immagini storiche. Banalmente, anche l’analisi delle condizioni meteorologiche visibili e la verifica degli elementi architettonici/paesaggistici identificabili sono due semplici sistemi per fugare i primi dubbi.

Questi strumenti devono essere affiancati da un protocollo di risposta rapida, che include:

  • criteri chiari per determinare la priorità delle verifiche,
  • protocolli per il coinvolgimento di esperti specifici,
  • modelli pre-impostati di comunicazione, ad es. formati standardizzati per le smentite,
  • un network di amplificazione pre-organizzato per la diffusione delle stesse, con sistema di tracciamento di questo processo di rettifica.

A integrazione dei canonici sistema di allerta, del coordinamento con le autorità e del piano di comunicazione d’emergenza più ampio, che dovrà includere anche linee guida per smentite urgenti. Nel mentre, è fondamentale il monitoraggio dell’impatto comunicativo, tracciando la diffusione delle fake news e avvalendosi di un monitoraggio dell’efficacia delle smentite, che comprenda l’analisi del sentiment pubblico. Solo a seguire può essere valutata la necessità di ulteriori azioni, soprattutto di carattere correttivo (ad es. ammissione tempestiva di errori, spiegazione di correzioni, mantenimento dello storico delle verifiche…) e la predisposizione di una documentazione per analisi post-emergenza, al fine di aggiornarsi in funzione delle lezioni apprese, tramite simulazioni e formazione ulteriore.

La chiave è, come spesso enunciato in questo blog, la preparazione preventiva, anche della comunicazione: più il sistema è rodato e testato prima dell’emergenza, più sarà efficace quando servirà davvero.

Caso studio: l’alluvione in Emilia-Romagna del maggio 2023

L’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna a inizi maggio 2023 evidenzia il ruolo critico della disinformazione nella gestione delle emergenze e l’importanza di un efficace sistema di fact-checking. Durante l’evento, sui social media si diffusero rapidamente notizie false, tra cui informazioni inesistenti sulla rottura di dighe, video di alluvioni avvenute in altri contesti e notizie infondate su evacuazioni di massa e sulle cause del disastro.

Le istituzioni e i soccorritori hanno dovuto affrontare contemporaneamente la crisi reale e quella informativa. Il fact-checking è stato essenziale per verificare immediatamente le fonti, smentire contenuti fuorvianti e garantire una comunicazione trasparente attraverso i canali ufficiali, in collaborazione con i media locali e con il supporto di divulgatori attendibili.

Grazie a una gestione efficace dell’informazione, è stato possibile mantenere la fiducia della popolazione, evitare comportamenti pericolosi, facilitare i soccorsi e indirizzare correttamente gli aiuti. Questo caso dimostra come un sistema di verifica ben organizzato sia fondamentale non solo per contrastare la disinformazione, ma anche per supportare attivamente la gestione dell’emergenza attraverso preparazione, strumenti adeguati e una risposta coordinata.

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