Papa Francesco e le emergenze: un approccio integrato alla comunicazione e gestione delle crisi

Papa Francesco e le emergenze: un approccio integrato alla comunicazione e gestione delle crisi - Immagine del Papa Francesco, di schiena, mentre si avvicina allo scranno in occasione della Pasqua in periodo Covid.

Nelle situazioni di emergenza, siano esse locali o globali, il Vaticano mostra un’efficace capacità di risposta, soprattutto sul piano della comunicazione. In questi contesti complessi, si mettono in luce risorse ben organizzate e strategie comunicative mirate. D’altra parte, per la Chiesa, comunicare nelle difficoltà è anche un modo per portare avanti la propria missione evangelizzatrice.

Il magistero di Papa Francesco, tuttavia, per certi versi vero e proprio outsider rispetto a quanto atteso e per altri visionario della Chiesa futura, ha offerto spunti nuovi, preziosi e innovativi che meritano un’analisi approfondita. Al di là delle interpretazioni convenzionali delle sue encicliche e documenti ufficiali, infatti, esiste un filo conduttore nel suo approccio alle crisi che può offrire strumenti pratici per i professionisti del settore. Questo articolo esplora cinque dimensioni fondamentali del pensiero del Pontefice sulle emergenze, con l’obiettivo di delineare un framework operativo utile per la comunicazione pre, durante e post-emergenza.

La comunicazione diretta in tempi di crisi

Papa Francesco ha rivoluzionato la comunicazione vaticana con uno stile immediato, accessibile ed emotivamente coinvolgente, particolarmente efficace in situazioni d’emergenza. Emblematico resta il momento di preghiera del 27 marzo 2020, durante il primo lockdown globale, quando il Pontefice, solo in una Piazza San Pietro deserta e battuta dalla pioggia, rappresentò simbolicamente l’umanità intera nella “tempesta” della pandemia.
Questo approccio comunicativo si caratterizza per:

  • Linguaggio semplice e universale
  • Uso di metafore concrete e comprensibili
  • Equilibrio tra realtà della crisi e speranza
  • Gestualità e presenza fisica significativa

Come sottolineato nel documento ufficiale Comunicare la speranza e la fiducia nel nostro tempo (2017), Papa Francesco ha proposto una comunicazione narrativa e costruttiva, in quanto “La vita dell’uomo non è solo una cronaca asettica di avvenimenti, ma è storia, una storia che attende di essere raccontata attraverso la scelta di una chiave interpretativa in grado di selezionare e raccogliere i dati più importanti. La realtà, in sé stessa, non ha un significato univoco.”. E in merito a questa visione narrativa ha aggiunto: “Certo, non si tratta di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male.”. In sostanza, una comunicazione che non ha paura della verità e non accetta di costruire narrazioni fittizie, proprio come dovrebbe esserne la gestione durante le emergenze.

Approfondimento: “Messaggio per la 51ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

La cultura della prevenzione

Nell’enciclica “Laudato Si'” (2015), Papa Francesco ha elaborato il concetto di ecologia integrale, ovvero l’interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell’umanità. Ha sottolineato come molte crisi ambientali e umanitarie derivino dalla scarsa considerazione delle interconnessioni tra sistemi sociali, economici e naturali, per cui serve una “conversione ecologica” al rispetto, della Terra, inteso come il “creato” di cui siamo custodi e che include l’essere umano. Il Pontefice ha articolato la cultura della prevenzione su più livelli:

  • Educazione alla responsabilità collettiva
  • Attenzione ai “segnali deboli” di crisi emergenti
  • Promozione di sistemi di allerta precoce
  • Investimento nella resilienza comunitaria

Il concetto emerso in questa enciclica, ma anche in diverse comunicazioni apparentemente “estemporanee”, è sempre stato quello del È meglio prevenire che curare. Un principio ripreso costantemente e che costituisce un elemento centrale della visione delle emergenze.

Approfondimento: Enciclica “Laudato Si’ – Sulla cura della casa comune

La “Chiesa ospedale da campo”

“Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia.”: questa celebre metafora espressa da Papa Francesco rappresenta perfettamente il suo approccio alle emergenze. L’immagine dell’ospedale da campo si traduce in principi operativi per la gestione delle crisi:

  • Priorità all’intervento immediato
  • Flessibilità organizzativa e adattamento al contesto
  • Attenzione primaria ai più vulnerabili
  • Presenza fisica nei luoghi del disastro

La comunicazione, nuovamente metaforica, richiama anche al concetto del triage in maxi emergenza, ovvero una definizione di priorità che non segue i protocolli canonici, coinvolgendo più persone che integrino in sinergia le diverse e profonde competenze per un intervento veloce ed efficace verso chi ha più bisogno (con relativa capacità di – altrettanto veloce – analisi di cosa si intenda per “più bisogno”).

Approfondimento: Editoriale “Cominciare dal basso

L’economia dell’emergenza e la critica alla “cultura dello scarto”

Nel pensiero di Papa Francesco, molte emergenze sono la manifestazione visibile di squilibri strutturali più profondi. La cultura dello scarto, concetto centrale nella sua critica sociale, si applica non solo agli oggetti ma anche alle persone, alle comunità e agli ecosistemi resi vulnerabili da un sistema economico che privilegia il profitto sulla dignità umana e sulla sostenibilità. Spesso nei suoi discorsi e in documenti ufficiali sono stati delineati i principi per un’economia che prevenga, anziché generare, emergenze:

  • Attenzione alle disuguaglianze come fattori di vulnerabilità
  • Critica ai modelli di sviluppo che amplificano i rischi
  • Promozione di sistemi economici resilienti e inclusivi
  • Responsabilità delle istituzioni finanziarie nelle crisi globali

Il Pontefice ha esplicitamente detto che, in materia, “risulta paradigmatica l’importanza di parametri umanizzanti, di forme culturali e di mentalità in cui la gratuità – vale a dire la scoperta e l’attuazione del vero e del giusto come beni in sé – diviene la norma di ciò che è calcolato”, che si vede anche, nel frangente in cui si sta scrivendo, come un chiaro riferimento al valore aggiunto del volontariato nel contesto emergenziale.

Approfondimento: Documento “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones

Il principio di sussidiarietà nelle emergenze

Un elemento distintivo dell’approccio di Papa Francesco a temi vicini alla comunicazione d’emergenza è l’enfasi sulla necessità di far tornare a essere protagoniste le comunità locali. Riprendendo il principio di sussidiarietà della dottrina sociale cattolica, il Papa ha sottolineato come le persone colpite da disastri non debbano essere considerate vittime passive ma attori principali della propria ripresa. Questo principio si articola in pratiche concrete:

  • Valorizzazione delle conoscenze locali nella risposta alle crisi
  • Rafforzamento delle capacità comunitarie di auto-organizzazione
  • Coinvolgimento dei destinatari nella progettazione degli aiuti
  • Rispetto dell’autonomia decisionale delle comunità colpite

Nell’enciclica “Fratelli Tutti” (2020), il Pontefice ha approfondito questa visione, collegandola alla necessità di “pensare e generare un mondo aperto” (capitolo terzo) anche nelle situazioni di emergenza.

Approfondimento: Enciclica Fratelli Tutti

Conclusione

L’approccio di Papa Francesco alle emergenze ha offerto un framework coerente che integra dimensioni comunicative, preventive, operative, economiche e comunitarie. Questo modello si distingue per la sua capacità di connettere l’immediatezza della risposta alla crisi con l’analisi delle cause strutturali e la visione di lungo termine.

Per i comunicatori e i gestori delle emergenze, gli insegnamenti del Pontefice suggeriscono oggi l’importanza di sviluppare una comunicazione autentica e portatrice di reazione costruttiva, di lavorare con solidarietà sull’emergenza immediata e sulla prevenzione futura, di adottare approcci flessibili e adattativi, di considerare le dimensioni economiche e sociali delle vulnerabilità e, infine, di valorizzare e rafforzare la partecipazione delle comunità locali.

In un mondo sempre più caratterizzato da crisi complesse e interconnesse, questa visione rappresenta una risorsa preziosa per ripensare come comunichiamo durante le emergenze e come possiamo costruire società più resilienti e preparate ad affrontarle.

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