Qual è il valore del fattore umano nella generazione dei rischi? E quanto può influire in emergenza?
Ci sono stime che vanno dal 64% nel mondo della protezione dei dati all'80% negli incidenti stradali: significa che ben poca percentuale rimane quella imputabile a carenze di natura tecnica.
Per meglio comprendere la variabilità derivante, appunto, dagli errori commessi dall'uomo, siano essi per scarsa consapevolezza, insufficiente preparazione o cattiva organizzazione, ci affidiamo in questo articolo a quella che viene definita The Dirty Dozen, la "sporca dozzina" di fattori imputabili all'essere umano che, se non considerati, possono rendere inefficaci perfezione tecnica, previsioni e prevenzione.
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Durante un'emergenza spesso si assiste a un proliferare di informazioni che facilmente generano il caos, tra verità, falsità, fraintendimenti, incompletezze. Di sicuro, tuttavia, l'alternativa più efficace non è il silenzio. Il silenzio espone comunque, il silenzio non è "non comunicare" e quindi evitare le conseguenze della comunicazione stessa. Il silenzio è foriero di non-conoscenza, segue che venga percepita - anche erroneamente - una non-competenza e può arrivare fino a essere considerato una omissione cercata per motivi di strumentalizzazione.
…"La comunicazione nella gestione delle emergenze" di Anna Zuccaro è il primo manuale italiano di matrice comunicativa su come operare pre, durante e post crisi.
Edito da Dario Flaccovio, con prefazione di Titti Postiglione, Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile, è uscito lo scorso giugno e ha già ottenuto la visibilità delle principali vetrine letterarie nazionali. Dopo il Salone del Libro di Torino e Bookcity Milano, infatti, il prossimo appuntamento è dal 4 all'8 dicembre, a Roma, per Più libri più liberi, Fiera nazionale della piccola e media editoria, stand F58-G57.
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